Status di Gerusalemme

Voce principale: Gerusalemme.
Suddivisione dell'area municipale di Gerusalemme nel 2010

La questione dello status di Gerusalemme è uno dei punti nodali del processo di pace israelo-palestinese.[1][2] Tuttavia l'importanza simbolica della città per le tre grandi religioni monoteiste, unitamente alla varietà di composizione della popolazione, alla sua peculiarità storica ed all'importanza di luoghi considerati patrimonio dell'umanità, rendono la ricerca di una soluzione ancora più complessa, allargando lo scenario del problema all'intera comunità internazionale.[3][4]

Per quanto riguarda il processo di pace, negli ultimi due decenni sono stati fatti importanti tentativi per definire uno status permanente della regione, e dunque in particolare di Gerusalemme; tuttavia, i complessi negoziati fra Israele ed ANP/OLP, seguendo il principio del nothing is agreed until everything is agreed («nessun accordo finché non c'è un accordo su tutto»),[5][6] finora non hanno portato ad alcun accordo. Per contro, l'amministrazione e la fruibilità dei luoghi sacri sono state finora regolamentate da atti unilaterali di Israele o da accordi bilaterali tra questo ed enti religiosi; ma si tratta sostanzialmente di soluzioni ad hoc: il quadro generale rimane incompleto e provvisorio - se non addirittura insoddisfacente per alcune delle parti. Da un punto di vista simbolico i due aspetti del problema, segnatamente la questione israelo-palestinese e la questione dei luoghi sacri, si intrecciano indissolubilmente nella annosa disputa su Monte del Tempio/Spianata delle moschee; la complessità dei legami tra le questioni politiche, nazionali, etniche e religiose rende particolarmente difficile la ricerca di una soluzione basata solo sul diritto internazionale.[7]

Allo stato attuale Israele ha il controllo di tutta la città, tuttavia su Gerusalemme ci sono posizioni molto divergenti:

  • Israele rivendica l'intera Gerusalemme, inclusa Gerusalemme Est, come la sua "completa e unita" capitale; secondo la giurisprudenza israeliana, Gerusalemme è la capitale de facto dello stato di Israele;[8]
  • L'ANP rivendica Gerusalemme Est (in arabo al-Quds, ossia "la Santa") come capitale del futuro stato arabo di Palestina;
  • de iure, la maggior parte dei membri dell'ONU[9] e delle organizzazioni internazionali non riconosce l'annessione ad Israele di Gerusalemme Est, né riconosce Gerusalemme come capitale di stato; la maggior parte delle ambasciate estere in Israele si trova nel distretto di Tel Aviv.
  1. ^ Lapidoth, p.10, dice a questo proposito: "it is generally thought that Jerusalem is the most difficult problem that the peace-makers have to deal with. [...] A solution to the conflicts about Jerusalem is a sine qua non for the achievement of a viable and durable peace in the area".
  2. ^ Benny Morris, cap.13, p.815, dopo aver osservato la criticità della questione già in occasione dei colloqui israelo-egiziani del 1978, a proposito dei colloqui di Camp David del 2000 elenca "i principali problemi che dividevano gli israeliani dai palestinesi: i profughi, Gerusalemme, i confini tra un futuro stato palestinese ed Israele, gli insediamenti, il rifornimento idrico e l'inquinamento", e definisce la questione di Gerusalemme "un cruciale punto morto".
  3. ^ Lapidoth, p.10, dice a questo proposito: "the centrality of the issue of Jerusalem derives neither from security considerations nor from economic interests, but from emotional and religious sensitivities. The complexity of the issue is the result of three factors: the city is holy for adherents of Christianity, Islam and Judaism, namely, it is sacred for many millions of people, most of whom do not have in the city; it is the subject of conflicting national claims of two peoples Israelis and Palestinian Arabs; and its population is very heterogeneous".
  4. ^ In Villani, par.1, l'aspetto religioso viene considerato prioritario: "l'unicità di Gerusalemme, quale città sacra per le tre grandi religioni monoteiste, Cristianesimo, Ebraismo, Islamismo, ha rappresentato sempre un motivo dominante nelle soluzioni, attuate o tentate, ai problemi relativi al suo status giuridico internazionale. Proprio questa unicità, peraltro, determina una particolare difficoltà di tali problemi, accresciuta dalle pretese alla sovranità territoriale su Gerusalemme avanzate sia da Israele che dal popolo palestinese [...] nonché dalla composizione estremamente eterogenea della sua popolazione. Si tratta infatti di individuare una soluzione che sia accettabile non solo dalle parti in causa più direttamente interessate alla questione della sovranità territoriale (oggigiorno Israele e popolo palestinese), ma che soddisfi anche gli interessi legati alla dimensione religiosa, storica, culturale di Gerusalemme, interessi che coinvolgono anche altri soggetti, a cominciare dalla Santa Sede, e, in qualche misura, l'intera comunità internazionale".
  5. ^ Schiavo, p.109, osserva come sia Oslo I e II, sia Camp David e Taba abbiano seguito questo protocollo negoziale.
  6. ^ Dore Gold, Jerusalem in international diplomacy: the 2000 Camp David summit, the Clinton plan, and their aftermath, su jcpa.org.
  7. ^ Pieraccini e Dusi, p.112, prima in riferimento alla seconda intifada sostengono che i "recenti avvenimenti hanno confermato quanto l'insanabile disputa per il Monte del Tempio continui a rappresentare il più difficile e pericoloso fattore del conflitto nazional-religioso tra arabi ed ebrei. Gerusalemme e la sua sacra Spianata sono viste da ambedue le parti come un potente simbolo di identità nazionale"; quindi affermano che: "il problema di Gerusalemme è estremamente complesso. L'inestricabile legame tra religione e politica che lo caratterizza rende infatti difficile una soluzione che risponda ai tradizionali meccanismi del diritto internazionale".
  8. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Jerusalem Law
  9. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore risoluzione

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